Wednesday, March 01, 2006

Se telefonando...

Più o meno all'inizio del romanzo Il giovane Holden - il cui titolo originale è The Catcher in the Rye, con riferimento al testo di Burns del post precedente (se non ne sapete il motivo, leggete il libro e scopritelo ;-)) - il protagonista Holden Caulfield dice di stare leggendo un libro che gli è stato dato in biblioteca per errore. Lui se ne accorge solo una volta tornato nella sua camera, ma decide di leggerlo ugualmente. Il romanzo è Out of Africa (La mia Africa) di Karen Blixen, al secolo Isak Dinesen, sicuramente la più nota scrittrice danese prima dell'arrivo di Peter Høeg (e forse nonostante Høeg). In proposito, come non ricordare il bel film con la sempre meravigliosa Meryl Streep e il quanto mai conturbante Robert Redford (da far attorcigliare le budella, citando la magnifica Julia Roberts alle prese con La Traviata in Pretty Woman)?
Dopo la Blixen, Holden cita come suo altro autore preferito Ring Lardner, giornalista e scrittore morto nel 1933. E poi Thomas Hardy con The Return of the Native e William Somerset Maugham con Of Human Bondage.
Ma quello che più mi colpisce in questa pagina di Salinger è una cosa che Holden afferma. Egli scrive che ciò che veramente lo lascia sbalordito è un libro che, una volta finito, ti fa desiderare che l'autore sia un tuo amico, e che tu lo possa chiamare ogni qual volta ti venga voglia di farlo (di chiamarlo!!). Ci sono dei romanzi, racconti, poesie, ecc. che vi fanno sentire così? Naturalmente non è necessario che gli scrittori siano vivi... Non poniamo limiti alla fantasia... Per quanto mi riguarda, credo che avrei voluto telefonare alla Allende dopo aver letto La casa degli Spiriti o a Bulgakov dopo aver divorato Il Maestro e Margherita. E vorrei che fossero miei amici John Irving e Alan Hollinghurst. Vorrei scrivere lunghe lettere a García Lorca e soprattutto ad Emily Dickinson (e ricevere in cambio quelle sue pagine intensissime...) E ancora avrei telefonato all'Hermann Hesse di Narciso e Boccadoro (ma non a quello di Siddharta, che detesto). Vorrei essere amico di Hanif Kureishi e di altri che aggiungerò man mano... Ma ora mi piacerebbe che diceste la vostra.
Vi pongo anche un'ultima domanda... Vi è mai capitato di innamorarvi di un libro per sbaglio? Perché l'avete preso pensando che fosse qualcos'altro, perché vi hanno dato il testo sbagliato, perché quando l'avete acquistato o preso a prestito non avevate la minima idea di che cosa fosse?

3 comments:

Anonymous said...

Io ho una specie di venerazione per Sartre. L'estate scorsa sono stata alla biblioteca nazionale di Parigi per una mostra per il centenario della sua nascita, dove erano esposti - protettissimi dalle teche - fogli dei suoi manoscritti. Quando ho visto quello con la pagina finale de "La Nausea" mi è venuto da piangere...

Anonymous said...

io avrei voluto essere amica proprio di Salinger, ma poi ho scoperto che era un gran misantropo e ci ho rinunciato. vorrei conoscere anche Paul Auster, Marquez, Sepulveda, Carlotto, Emiliano Gucci (se non avete letto "donne e topi", ve lo consiglio caldamente) e Thomas Brussig.
quando ho letto il romanzo "Abgang", storia di un ex-terrorista che si è pian piano dissociato dalla lotta armata, ho pensato che avrei voluto conoscere l'autore, Peter Boock. ho avuto questa fortuna e ne sono felicissima. e proprio lui mi ha presentato la mia icona Wolf Biermann. ci credete se vi dico che mi sudavano le mani?
purtroppo non mi è mai capitato di scoprire un capolavoro per caso, però mi è successo più volte di ritrovarmi tra le mani per puro caso dei libri che poi ho scoperto essere significativi per persone cui voglio o volevo molto bene.

Anonymous said...

Adesso sono in fase Paul Collins e frequento molto il suo blog, per cui ho come la sensazione di dialogare con lui. Un libro che mi ha fatto desiderare letteralmente di "essere" la scrittrice è "Memorie di una ragazza per bene" di Simone De Bouvoir (quindi potremmo innamorarci letterariamente, mllemm :p) Ma in quest'ultimo anno mi è capitato più volte di voler prendere la cornetta e telefonare a uno deigli autori dei thriller best-selleroni americani che ho tradotto per chedergli: "Ma come cazzo ti è venuta in mente di scrivere sta porcheria?" Giuro, da prenderli a testate. Un'ultima cosa: spesso gli incontri con gli scrittori possono anche essere un briciolo deludenti. Qualche anno fa mi sono innamorata di Claudio Magris (ma nel senso che mi piaceva proprio in tutti i sensi, anche fisicamente) poi l'ho conosciuto e mi è parso un barone. Però scrive da Dio. Un po' prolissa, ma convinta. Ciao!