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Dopo la Blixen, Holden cita come suo altro autore preferito Ring Lardner, giornalista e scrittore morto nel 1933. E poi Thomas Hardy con The Return of the Native e William Somerset Maugham con Of Human Bondage.
Ma quello che più mi colpisce in questa pagina di Salinger è una cosa che Holden afferma. Egli scrive che ciò che veramente lo lascia sbalordito è un libro che, una volta finito, ti fa desiderare che l'autore sia un tuo amico, e che tu lo possa chiamare ogni qual volta ti venga voglia di farlo (di chiamarlo!!). Ci sono dei romanzi, racconti, poesie, ecc. che vi fanno sentire così? Naturalmente non è necessario che gli scrittori siano vivi... Non poniamo limiti alla fantasia... Per quanto mi riguarda, credo che avrei voluto telefonare alla Allende dopo aver letto La casa degli Spiriti o a Bulgakov dopo aver divorato Il Maestro e Margherita. E vorrei che fossero miei amici John Irving e Alan Hollinghurst. Vorrei scrivere lunghe lettere a García Lorca e soprattutto ad Emily Dickinson (e ricevere in cambio quelle sue pagine intensissime...) E ancora avrei telefonato all'Hermann Hesse di Narciso e Boccadoro (ma non a quello di Siddharta, che detesto). Vorrei essere amico di Hanif Kureishi e di altri che aggiungerò man mano... Ma ora mi piacerebbe che diceste la vostra.
Vi pongo anche un'ultima domanda... Vi è mai capitato di innamorarvi di un libro per sbaglio? Perché l'avete preso pensando che fosse qualcos'altro, perché vi hanno dato il testo sbagliato, perché quando l'avete acquistato o preso a prestito non avevate la minima idea di che cosa fosse?
3 comments:
Io ho una specie di venerazione per Sartre. L'estate scorsa sono stata alla biblioteca nazionale di Parigi per una mostra per il centenario della sua nascita, dove erano esposti - protettissimi dalle teche - fogli dei suoi manoscritti. Quando ho visto quello con la pagina finale de "La Nausea" mi è venuto da piangere...
io avrei voluto essere amica proprio di Salinger, ma poi ho scoperto che era un gran misantropo e ci ho rinunciato. vorrei conoscere anche Paul Auster, Marquez, Sepulveda, Carlotto, Emiliano Gucci (se non avete letto "donne e topi", ve lo consiglio caldamente) e Thomas Brussig.
quando ho letto il romanzo "Abgang", storia di un ex-terrorista che si è pian piano dissociato dalla lotta armata, ho pensato che avrei voluto conoscere l'autore, Peter Boock. ho avuto questa fortuna e ne sono felicissima. e proprio lui mi ha presentato la mia icona Wolf Biermann. ci credete se vi dico che mi sudavano le mani?
purtroppo non mi è mai capitato di scoprire un capolavoro per caso, però mi è successo più volte di ritrovarmi tra le mani per puro caso dei libri che poi ho scoperto essere significativi per persone cui voglio o volevo molto bene.
Adesso sono in fase Paul Collins e frequento molto il suo blog, per cui ho come la sensazione di dialogare con lui. Un libro che mi ha fatto desiderare letteralmente di "essere" la scrittrice è "Memorie di una ragazza per bene" di Simone De Bouvoir (quindi potremmo innamorarci letterariamente, mllemm :p) Ma in quest'ultimo anno mi è capitato più volte di voler prendere la cornetta e telefonare a uno deigli autori dei thriller best-selleroni americani che ho tradotto per chedergli: "Ma come cazzo ti è venuta in mente di scrivere sta porcheria?" Giuro, da prenderli a testate. Un'ultima cosa: spesso gli incontri con gli scrittori possono anche essere un briciolo deludenti. Qualche anno fa mi sono innamorata di Claudio Magris (ma nel senso che mi piaceva proprio in tutti i sensi, anche fisicamente) poi l'ho conosciuto e mi è parso un barone. Però scrive da Dio. Un po' prolissa, ma convinta. Ciao!
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