Ho pensato che non fosse giusto lasciar passare sotto silenzio nel mio blog questa giornata che per me ha un significato profondo. Sono passati quasi 17 anni dalla prima volta che ho messo piede in un campo di sterminio, rimanendo segnato dall'esperienza di quella visita. Allora era il campo di Dachau, vicino a Monaco di Baviera. Dopo quel campo, negli anni che sono seguiti ne ho visitati altri tre: Natzweiler-Struthof, Mauthausen e Auschwitz-Birkenau. Vorrei essere capace di rendere le sensazioni angoscianti che ho provato, nonostante il tempo e i restauri abbiano in qualche modo "edulcorato" l'immagine di quei luoghi di morte, ad uso della nostra sensibilità, trasformandoli in musei dell'orrore. Ma in quei campi si avverte ancora l'assenza, l'assenza di umanità. L'umanità assente dei carnefici, perché mi chiedo come si possa trovare la forza di definire umane queste persone, ma anche l'umanità assente delle vittime, perché ad esse è stata tolta. Eppure i carnefici non sono riusciti a strappare del tutto l'umanità alle vittime. Forse l'hanno tolta dai loro corpi, ma non sono riusciti a cancellarla completamente dalle loro anime. Quell'umanità è riuscita a resistere ed è ora presenza, che aleggia in quei campi così come nei ricordi.
Istituzione del "Giorno della Memoria" in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti" pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 177 del 31 luglio 2000.
Art. 1. La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
Art. 2 In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere.
Legge 20 luglio 2000, n. 211.
Nei campi non morirono solo ebrei e prigionieri militari e politici, ma anche zingari, omosessuali, disabili e molti altri ancora. Il ricordo è anche per loro. Così come per tutte le persone la cui vita, dignità e libertà furono distrutte e disprezzate, in ogni epoca e luogo.
15 comments:
"Visitatore, osserva le vestigia di questo campo e medita: da qualunque paese tu venga, tu non sei
un estraneo. Fa' che il tuo viaggio non sia stato inutile, che non sia stata inutile la nostra morte.
Per te e per i tuoi figli, le ceneri di Auschwitz valgano di ammonimento: fa' che il frutto orrendo
dell'odio, di cui hai visto qui le tracce, non dia nuovo seme, né domani, né mai." [Primo Levi, Pagine sparse]
Mi ha fatto piacere stasera andare sul mio blog e vedere il tuo commento. Posso mettere il tuo blog tra i link permanenti del mio?
buon sabato sera con la città piena di pozzanghere enormi
allora procedo immediatamente
Ciao!
Grazie, Fabiana, del tuo commento. Non conoscevo quelle parole di Primo Levi, ma riassumono un po' tutto il suo messaggio, che tanto evidente appare anche nella lirica "Se questo è un uomo", posta come epigrafe all'inizio dell'omonimo romanzo.
Purtroppo l'orrore non è cessato, basta pensare al Vietnam, al Rwanda, al Burundi, alla Bosnia e a tutti quei luoghi e tempi, più o meno lontani da noi, dove i diritti (alla vita, alla dignità, alla libertà, all'espressione del proprio pensiero) sono stati e sono tuttora negati.
Però non voglio pensare tutto nero. Voglio pensare che molte persone nel loro piccolo siano consapevoli di ciò e lavorino affinché un giorno possano «guardare il cielo senza timore» (Anna Frank, Diario)...
"Non possiamo capirlo; ma possiamo e dobbiamo capire di dove nasce e stare in guardia. Se comprendere è impossibile, conoscere è
necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre".
[Primo Levi, I sommersi e i salvati]
anche queste sono molto belle...
Innanzitutto, benvenuto nella Cave.
Ti linkerò anch'io.
Per quanto riguarda il tuo post, capisco ciò che dici perché ho vissuto un'esperienza analoga, quando sono andato al campo di Terezin vicino Praga.
Si trattava "solo" di un campo di prigionia e non di sterminio (nel senso che non era stato costruito appositamente per l'assassinio di massa, ciò non toglie che ci siano morti in molti là dentro), ma le sensazioni che ho provato sono indescrivibili.
A presto !
@Fabiana: grazie per avermi regalato questo brano di Levi. Ogni volta che leggo qualcosa di Primo Levi ho l'impressione che siano parole scolpite nella pietra, che debbano rimanere immortali. È come se fossero sempre esistite e dovessero durare per sempre. Hanno la saggezza di una sofferenza che si è radicata nell'anima, si è aggrappata ai visceri. Però parlano senza clamore, severe e placide come le promesse bibliche.
@Angusto: grazie Angusto della visita! Non ho mai visto Terezin, ma ricordo una mostra che vidi ormai molti anni fa (12 per l'esattezza) al museo ebraico a Praga. Era una mostra dei disegni dei bambini di Terezin. Vedere quei disegni, che avrebbero potuto essere i disegni di un qualsiasi bambino di una scuola materna o elementare di oggi, mi ha fatto male quanto vedere un crematorio o un tavolo anatomico...
oddio, Eddie, che brivido nel ripensare a quei disegni dei bambini praghesi! a me hanno scosso più di Auschwitz. e dire che quando li ho visti Er Capoccia non era nemmeno nei miei sogni.
e grazie anche per aver ricordato che il giorno della memoria dovrebbe servire a commemorare *tutti* i deportati, non solo gli ebrei, ma anche i dissidenti, i sinti e i rom, gli handicappati (per me chiamandoli "diversamente abili" si prendono solo in giro) e gli omosessuali.
Chiara Jolie: [...] gli handicappati (per me chiamandoli "diversamente abili" si prendono solo in giro)
Edward Phelan: Sono d'accordo con te. Disabili può starci se handicappati o portatori di handicap sembra brutto, ma diversamente abili è proprio una presa in giro. Ciascuno di noi, in fondo, è diversamente abile, perché ciascuno di noi è diverso da un'altra persona e ha quindi doti, capacità, conoscenze e attitudini diverse. Ma un bambino spastico (ho fatto per 6 anni, mentre studiavo, l'assistente domiciliare a un ragazzo affetto da spasticità) o una persona con un handicap fisico e/o psichico è obiettivamente svantaggiata in un paese come il nostro che, alla faccia delle tante belle parole, non pensa che un marciapiede senza rampe, una scuola senza ascensore, una strada piena di buche sono tanti muri che costringono queste PERSONE nell'isolamento. E anche l'istruzione diventa un lusso se, com'è avvenuto, vengono dimezzati gli insegnanti di sostegno...
Chiara Jolie: [...] grazie anche per aver ricordato che il giorno della memoria dovrebbe servire a commemorare *tutti* i deportati [...]
Edward Phelan: Lo dovevo a loro. Nonostante le aspirazioni autoritarie di qualcuno che ci governa, ho la fortuna di vivere in un paese libero, che ha una bella Costituzione, con tanti principi sani enunciati in essa (e che ancora una volta qualcuno spesso si dimentica). Come spesso accade le conquiste sono il frutto anche della morte di persone inermi e innocenti.
Sono stato felice quando il giorno della memoria è stato istituito e certo io credo che il genocidio del popolo ebraico sia stato un abominio. Però sarei stato ancora più contento se la legge d'istituzione del giorno della memoria non avesse "dimenticato" di citare anche tutte le altre persone che sono state uccise, per motivi diversi dalla loro religione, o dal fatto di essere prigionieri politici o militari.
Condivido ogni vostra parola. Un pomeriggio di qualche tempo fa sono rimasta letteralmente pietrificata per qualche lungo minuto di fronte al muro di una scuola elementare, che era stato dipinto con un bel murale a colori vivaci su cui, però, campeggiava una scritta terribile: SIAMO TUTTI UGUALI. E no, cari: non solo siamo tutti uno diverso dall'altro, ma biognerebbe imparare ad arricchirsi dell'altrui, a nutrirsi di ciò che non si conosce, non ad appiattire i bambini già all'asilo infarcendoli di ipocrite banalità. Per finire, una chicca burocratico-eufemistica che ho sentito, sempre a proposito di scuole materne: il circuito di strutture installate nel giardino di un asilo per far giocare i bambini nelle circolari lo chiamano BLOCCO LUDICO. Oh my, sembra una sindrome inguaribile! Baci a tutti : )
@bitrix: Grazie per la visita!! Sono molto contento che anche tu sia arrivata sul mio blog :-) E grazie per il bellissimo commento! Sì, credo che tu abbia perfettamente ragione. Siamo tutti diversi, ma non in base a delle categorie: razza, orientamento sessuale, religione, ecc. Proprio da una persona all'altra siamo diversi. Su quel muro, forse, più che "siamo tutti uguali", ci sarebbe stato bene un "siamo tutti diversi, ma la vita e i diritti di ciascuno di noi hanno lo stesso valore". Baci :)
Lo spettacolo di un luogo che a distanza di decenni trasuda l'assenza di umanità che l'ha caratterizzato in un momento del passato è disarmante, terribile. Nel mio piccolo sono stato tempo fa in un luogo meno frequentato, Sant'Anna di Stazzema (Versilia), teatro di uno dei tanti eccidi nazisti in Italia: sono ricordi che fanno ancora male.
@disorder: grazie per la visita al mio blog. SPero che tornerai spesso a "trovarmi". Non conosco l'episodio dell'eccidio di Sant'Anna di Stazzema, ma ora che me ne hai parlato andrò alla ricerca di notizie. A presto! Stef.
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