Thursday, April 12, 2007

Cento chiodi... nelle rotule

Titolo originale: Centochiodi
Nazione: Italia
Anno: 2007
Genere: Drammatico
Durata: 1h 30'
Regia: Ermanno Olmi
Cast: Raz Degan, Luna Bendandi
Produzione: Cinema11undici, Rai Cinema
Distribuzione: Mikado

Trama:

Coinvolto in una difficile indagine, un giovane professore dell'università di Bologna decide di lasciare tutto e cambiare completamente vita. Si trasferirà in una casa diroccata sulle rive del Po e qui instaurerà dei rapporti di amicizia (e d'amore) con la gente del luogo.


Recensione:

Si dice spesso che non tutte le ciambelle riescono col buco, ma nel caso dell'ultimo film di Ermanno Olmi (in senso temporale, ma anche nel senso dell'addio al cinema narrativo a favore di quello documentaristico) si dovrebbe piuttosto dire che già l'impasto era mal riuscito. Spiace dirlo, soprattutto per me che sono bergamasco e che non potrò mai dimenticare L'albero degli zoccoli, girato nelle mie zone e con persone che mia madre conosceva, ma quest'opera è davvero molto deludente. Anzi, direi che è un film di una bruttezza quasi sconvolgente. Già dopo cinque minuti dall'inizio, con quella recitazione degna da recital dell'oratorio (senza nulla togliere all'oratorio, ma dal film di un maestro ci si aspetterebbe molto di più) mi sono detto: "Non riesco a credere di essere qui seduto a vedere un film del genere." Confesso che, se non fosse stato perché avrei dovuto scomodare tutta la fila di spettatori di fianco a me, me ne sarei andato ben prima della fine. Per fortuna il film dura solo un'ora e mezza (90 minuti interminabili).
Piuttosto che dire che cosa non mi è piaciuto credo di far prima a dire che cosa mi è piaciuto: le riprese, soprattutto notturne, della natura vicino al Po, la solarità delle persone semplici che vivono vicino al fiume, in parte le musiche, in gran parte Raz Degan (bellissimo).
Per il resto, che dire? C'erano tante belle intenzioni, ma tutte le aspettative sono state disattese. La sceneggiatura è lacunosa, superficiale, perfino banalmente illogica e ingenua a tratti (come fa il protagonista ad essere sempre così bello pulito se vive in una casa diroccata senza bagno e acqua corrente? Come fa a prelevare 27.000 euro da una carta di credito?) Se il professorino è un nuovo Cristo, quali sono i suoi meriti per qualificarlo come tale? Basta forse il fatto di aver inchiodato dei libri a terra in una biblioteca, o la frase pronunciata alla fine contro il monsignore (che parla con la bella voce di Omero Antonutti, davvero un sollievo quando la si sente) per farci comprendere il messaggio? Direi proprio di no. Il film è retorico, sentenzioso, a tratti sembra addirittura un'accozzaglia di parabolette recitate con tono patetico. La parte sul figliol prodigo fa venire voglia di tirare i pomodori contro lo schermo.
E non basta la mano del regista (che certamente, a tratti, si vede) a salvare il film, anche perché tutto il resto, sul lato tecnico, lascia alquanto a desiderare. A partire dalla recitazione, davvero agghiacciante. A onor del vero Raz Degan ha un bel viso e un bello sguardo, ma il doppiaggio di Adriano Giannini lo fa sembrare un personaggio da film per la TV di quelli dove muoiono tutti di cancro; gli altri attori, invece, sono semplicemente insopportabili. Nemmeno nelle peggiori telenovele sui canali regionali si vedono parti così mal recitate. In certi momenti mi sembrava di sentire la parodia che faceva Anna Marchesini nei Promessi Sposi del trio Solenghi/Lopez/Marchesini, quando il personaggio di Inoiosa, la sorella bionda di Bella Figheira, leggeva anche le didascalie del copione. Si salvano gli anziani abitanti del paese, attori non professionisti che brillano per spontaneità e illuminano lo schermo con il loro sorriso.
Ho, inoltre, trovato ipocrita (ma non credo sia colpa di Olmi, quanto esigenze di produzione) fare un film che pretende di essere ascetico, ma che poi mette in bella mostra i marchi di prodotti commerciali per pubblicizzarli: la BMW splendida splendente anche in mezzo alla polvere, il portatile della DELL, ecc. Fastidioso, fastidioso, fastidioso.
Ammetto di essere profondamente deluso: quello di Olmi mi sembra un film che, pur avendo puntato molto in alto, si è risolto in una lunga predica, in un vuoto discorso, un proclama a cui non ha fatto seguito alcun tipo di azione. E quello che mi irrita ancora di più è il fatto che molti salutino questo film come un capolavoro solo perché è di Ermanno Olmi. Io stesso riconosco i grandissimi meriti del regista e credo sia davvero un grande e che abbia fatto cose meravigliose. Ma se questo film l'avesse girato un esordiente, tutti adesso sarebbero qui a farlo a pezzi... Altro che capolavoro!